lunedì 30 novembre 2009

Festicciola per Piccola Despota

La scorsa settimana avete festeggiato il compleanno di Piccola Despota e, come le leggi non scritte della scuola materna impongono, avete organizzato anche voi una piccola “festicciola”. Ora, non lasciatevi ingannare dal termine fra virgolette. Lo scorso anno ci sei cascata anche tu: le mamme ti intercettavano all’uscita della scuola e tutte sorridenti ti porgevano l’invito: “facciamo una festicciola, niente di che!”. E, immancabilmente ti ritrovavi a feste con decine di invitati, animatori, ricchi premi e cotillons. Il tutto per degli gnomi urlanti di tre, quattro anni al massimo. Sulle prime ti sei indignata: non era possibile che dei bambini così piccoli avessero già dei festeggiamenti così “importanti”! E a diciotto anni cosa si sarebbero mai inventati quei genitori per assecondare i capricci dei figli? No, voi non avreste fatto quell’errore, non l’avreste viziata in quel modo. In fondo a quell’età basta poco per farli contenti. Povera ingenua. Non sapevi quel che dicevi. E infatti un anno dopo eccoti qui: davanti a te gli occhietti supplicanti di Piccola Despota che ti chiede una “festicciola” per il suo compleanno. E tu non sai dirle di no. Così, ti sei tuffata nella corsa ai preparativi. Che vuol dire: cerca dei bravi animatori, chiama il catering, ordina panini, pizzette e ogni sorta di schifezze, corri a comprare piatti, bicchieri e tovagliolini di carta (“delle principesse, mi raccomando!”), e ancora rifornisciti di quintali di patatine, pop-corn, bibite e poi non scordare i regalini! (non vorrai mica mandar via i vostri piccoli invitati a mani vuote!).

Bene. Non manca nulla. Hai pensato a tutto.
E la torta? Per quella non c’è problema: la fai tu. Lo hai fatto anche lo scorso anno. Beh, certo eravate meno della metà degli invitati, e non avevi per casa un piccolo idrovoro che reclama latte ogni due ore, ma, in fondo, cosa cambia?

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